REGIONALI. DE LUCA: DA PRESIDENTE DELLA REGIONE VIA I VARI LA ROCCA

«Apprendo che Ruggero Razza – afferma il leader di “Sud chiama Nord” e candidato alla presenza della regione siciliana Cateno De Luca – sarà confermato alla guida dell’assessorato regionale alla Sanità. Renato Schifani lo ha annunciato nel corso del convegno organizzato a Catania che ha visto la partecipazione di medici e dirigenti sanitari. Schifani affida ad un post su Facebook l’endorsement al delfino di Musumeci che a suo dire avrebbe fatto benissimo durante la fase della pandemia. Schifani dimentica evidentemente che Razza è imputato in un procedimento penale legato all’inchiesta sui presunti dati Covid falsati in Sicilia, risalente a marzo 2021.

La figura di Razza è legata a quell’inchiesta e alle intercettazioni in cui pronunciava la frase “spalmiamo un po’ di morti”.

È inaccettabile che Razza, oggi indagato per fatti che lo hanno visto coinvolto mentre ricopriva il ruolo di assessore, venga riconfermato.

Ciò che è successo negli ultimi giorni con il convegno organizzato a Catania da Razza e l’attività dell’ingegnere Mario La Rocca, dirigente generale dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana che ha precettato tutti inviando messaggi nelle chat dei dipendenti spingendosi anche ad invitarli a “preparare le missioni”, è il sintomo chiaro di una gestione malata della sanità.

Ho una missione: cambiare tutto. E inizierò il giorno dopo la mia elezione a presidente della Regione licenziando i vari La Rocca prostituiti al potere di turno.

La mia idea di sanità è diversa. Riteniamo prioritario il potenziamento dei presidi sanitari sul territorio per provare a deospedalizzare e quindi liberare risorse da destinare alle eccellenze sanitarie per evitare i cosiddetti “viaggi della speranza”.

Va rivisto il sistema del pronto intervento delle guardie mediche al fine di garantire maggiore capillarità sul territorio.

Il privato non può sostituire il pubblico, ma deve essere complementare in base a una concreta analisi costi-benefici che può portare anche ad un eventuale diversificazione dei servizi. In un’ottica complessiva di riorganizzazione del servizio sanitario il pubblico deve essere una priorità che va potenziato, mentre il settore privato diventa utile per potenziare e rendere più capillare i servizi sociosanitari ed assistenziali».